L’Italia si prepara a dotarsi di una cornice normativa organica sull’intelligenza artificiale (IA). Il Disegno di legge n. 1146, presentato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, rappresenta il primo tentativo di sistematizzare i principi, le regole e le opportunità legate a questa tecnologia, in coerenza con l’AI Act europeo approvato a marzo 2024.
Si tratta di un provvedimento molto ampio – oltre 60 articoli tra testo, relazione tecnica e analisi normativa – che tocca diversi ambiti: sanità, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, sicurezza, diritto d’autore e persino sport. Un quadro che non si limita a fissare principi, ma introduce strumenti concreti come l’istituzione di autorità nazionali dedicate, un osservatorio sul lavoro e un piano di investimenti fino a un miliardo di euro.
Di seguito una sintesi dei contenuti principali, seguita da una riflessione sulle implicazioni per le aziende e da alcuni commenti critici.
La legge si apre con un richiamo chiaro: l’IA deve essere antropocentrica, trasparente e responsabile. Gli articoli iniziali fissano i principi fondamentali:
Un punto centrale è la definizione stessa di sistema di intelligenza artificiale: un sistema automatizzato, con vari gradi di autonomia, capace di generare output che influenzano ambienti fisici o virtuali. Vengono inoltre precisati i concetti di “dato” e “modello di IA”.
L’articolo 7 stabilisce che l’IA debba essere un supporto e non un sostituto del medico: la decisione resta sempre in capo all’operatore sanitario. Sono promossi sistemi per migliorare prevenzione, diagnosi e cura, con l’obbligo di informare i pazienti sulla logica decisionale utilizzata.
È prevista anche la creazione di una piattaforma nazionale di IA sanitaria gestita da AGENAS, per supportare medici e cittadini nell’accesso ai servizi.
Il testo riconosce che l’IA può migliorare condizioni e produttività, ma sottolinea la necessità di trasparenza verso i lavoratori e rispetto della dignità. È istituito un Osservatorio sull’IA nel lavoro presso il Ministero del Lavoro, con compiti di monitoraggio, strategia e formazione.
Gli avvocati, i consulenti e i professionisti in generale potranno usare l’IA solo come strumento di supporto. Il cliente dovrà essere informato chiaramente quando l’IA viene impiegata.
Le PA potranno usare l’IA per snellire i procedimenti e migliorare i servizi, ma sempre come supporto al decisore umano, che rimane responsabile degli atti.
Nei tribunali, l’IA sarà utilizzata solo per la gestione organizzativa, la ricerca giurisprudenziale e dottrinale. Ogni decisione resta esclusivamente al magistrato.
Le attività di IA per finalità di difesa e intelligence restano escluse dall’applicazione della legge, ma dovranno rispettare i diritti fondamentali.
Il disegno di legge introduce una strategia nazionale per l’IA, aggiornata almeno ogni due anni, coordinata dalla Presidenza del Consiglio.
Due agenzie diventano le autorità nazionali di riferimento:
È inoltre previsto un Comitato di coordinamento per garantire la collaborazione tra le autorità e con le altre amministrazioni.
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda la parte economica:
Il testo interviene anche su aspetti sensibili per i cittadini:
Il disegno di legge modifica il codice penale introducendo aggravanti per reati commessi con l’ausilio dell’IA, ad esempio in caso di frode, manipolazione finanziaria o diffusione di contenuti falsi.
È previsto un nuovo reato: la “illecita diffusione di contenuti generati o alterati con IA”, punito con la reclusione fino a cinque anni.
Per le imprese italiane, il disegno di legge rappresenta al tempo stesso una sfida regolatoria e una grande opportunità di crescita.
Le aziende che sviluppano o utilizzano IA dovranno adeguarsi a standard di trasparenza, cybersicurezza e qualità dei dati. Questo comporterà costi iniziali di adeguamento ma potrà rafforzare la fiducia dei consumatori.
PMI e startup innovative potranno accedere ai fondi di venture capital e agli investimenti pubblici. Per chi opera in settori strategici (IA, cybersecurity, 5G, calcolo quantistico), le risorse disponibili sono significative.
L’enfasi sulla localizzazione dei dati e sulla trasparenza dei modelli potrebbe favorire le aziende italiane ed europee rispetto ai grandi player extra-UE.
Le aziende attive nei settori editoriali e audiovisivi dovranno integrare sistemi di etichettatura dei contenuti AI, con impatti sulla produzione e distribuzione.
Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale segna un passaggio fondamentale: l’Italia riconosce ufficialmente l’IA come tecnologia strategica, da governare con norme chiare e strumenti di sostegno.
Per i cittadini, le novità più evidenti riguarderanno la trasparenza dei contenuti generati da IA e la tutela della privacy. Per le imprese, si apre una stagione di investimenti e regolamentazione che potrà favorire chi saprà coniugare innovazione e responsabilità.
Il provvedimento, ancora in fase di discussione parlamentare, rappresenta quindi un’occasione per rafforzare la competitività nazionale ed europea, ma la sua efficacia dipenderà dall’attuazione concreta e dalla capacità di accompagnare le aziende nel percorso di adeguamento.