App native o app ibride: quale scegliere?

Le app mobile e il mobile marketing sono una marcia in più per il business, è ormai assodato. Come sempre nella scelta dei propri fornitori sorge la grande domanda: come si capisce cosa è un trend del mercato e cosa è uno strumento davvero valido?

Il dibattito tra app native o app ibride potrebbe sembrare una questione di lana caprina, a chi non è del mestiere. Ma non lo è: innanzi tutto, perché parliamo di enormi differenze di costi. Quindi, ha senso capire quale sia il miglior investimento da fare nel 2020. 

App native o app ibride – definizione

Aggiornarsi sulle tendenze tecnologiche è d’obbligo, e questo caso lo dimostra: fino a pochi anni fa la risposta  sarebbe stata senza dubbio “app native”!

Ma oggi le app ibride si sono evolute, sono più diffuse, e ha senso prenderle in considerazione.

Prima di capire perché, partiamo con una definizione.

App nativa

È un tipo di app presente da diversi anni sul mercato. È scritta nello stesso linguaggio di programmazione del sistema operativo del tuo cellulare. Questo la fa comunicare molto bene con le funzioni integrate, come la fotocamera, le impostazioni di posizione, la rotazione dello schermo.

In sostanza, è creata appositamente per una piattaforma, e risponderà all’utilizzatore dello smartphone esattamente come tu vuoi che risponda.

Chi opta per questo tipo di app, deve scriverla per 2 sistemi operativi (Android, iOS), quindi deve creare da capo 2 app, perché servono 2 linguaggi di programmazione diversi.

App ibrida

Si chiama ibrida perché è a metà strada tra una app nativa e una Web app. Senza dilungarsi in considerazioni tecniche: l’app ibrida comunica con tutti i sistemi operativi, grazie a un “involucro” di app nativa. 

Dentro l’involucro, però, sono scritte in un linguaggio che consente alle app ibride di comunicare direttamente con il Web. Da qui attingono tutte le informazioni aggiornate che servono loro per funzionare.

Un esempio di app ibride? Le app di home banking, di shopping, ma anche quelle di social network, che devono costantemente nutrirsi di dati online.

La differenza operativa è che le app ibride si scrivono una sola volta per tutte le piattaforme (multi-platform). L’involucro di app nativa però consente loro di accedere alla fotocamera e alle impostazioni di posizione senza troppi problemi, a differenza delle Web app, oggi in netto calo. 

Però, se vogliamo essere precisi, le performance non sono proprio uguali a quelle dell’app nativa.

Tempi e costi: un confronto

Come abbiamo già accennato, c’è una grande differenza di costo tra i due tipi di app: chi vuole un’app nativa per iOS e Android, avrà due sviluppatori al lavoro in simultanea. Se le tempistiche sono le stesse, quindi, i costi raddoppiano.

Poi, c’è il discorso della manutenzione periodica. Le app sono macchine, devono essere tenute in funzione, aggiornate, protette dai malintenzionati. Anche la manutenzione software è più economica per le app ibride.

App native o app ibride: quale è meglio?

Avere un’attività costa, senza ombra di dubbio. Forse per questo abbiamo sotto gli occhi una tendenza, da parte delle aziende, a privilegiare le app ibride.

Però, resta che per qualcuno le performance sono fondamentali. Chi utilizza lo smartphone si spazientisce immediatamente per una schermata che carica in più di 3 secondi, per uno schermo che non ruota, per un touch lievemente impreciso. Il rischio è che l’utilizzatore finale si “stanchi” e disinstalli l’app.

Quindi, se non vuoi sacrificare le performance, pur avendo un design UX responsive al massimo, probabilmente una app nativa è più adatta alle tue esigenze.

Noi di Pizero Design forniamo entrambe le soluzioni, e siamo in grado di valutare quale sia la scelta migliore per la vostra attività.

Contattaci per avere tutte le informazioni che ti servono per la tua app!

In generale, vale il principio secondo il quale non c’è una ricetta per tutti i business. Ogni caso è a sé.