C’era una volta il ghost writer, lo scrittore che scrive su commissione e consegna un manoscritto che poi verrà firmato da altri. Poi in pandemia è nata la ghost kitchen, la cucina di ristorante o albergo chiuso che cucina per un brand di food delivery. Ma il ghost developer è molto di più di un semplice sviluppatore app e web “preso in prestito”. In questo articolo vedremo chi è questa misteriosa figura e come può costituire l’asso nella manica di un’agenzia di comunicazione che non ha come core business lo sviluppo di app, software e siti internet, ma che vuole comunque offrire ai propri clienti il pacchetto completo.
Cosa significa Ghost Developer
Innanzi tutto, il termine si applica allo sviluppatore web, quindi a chi materialmente realizza e installa il sito su un server, e allo sviluppatore app/software. Un termine generico per indicare il programmatore, insomma, ovvero la persona che si occupa di scrivere in back end per il web, e che ha la dimestichezza IT sufficiente per aiutare un’azienda a far funzionare bene diversi prodotti digitali.
A chi serve
La figura del ghost developer entra in gioco quando un’azienda - il più delle volte un’agenzia di comunicazione - decide di proporre ai propri clienti anche dei servizi più tecnici, come lo sviluppo di un’app mobile o la gestione e realizzazione di un sito web. Riguardo all’ultimo punto, parliamo non solo della realizzazione di un sito su WordPress, ma anche dell’hosting del server, dello sviluppo di feature personalizzate per il sito, della sincronizzazione con altri strumenti o software aziendali, o dell’integrazione con un gestionale, giusto per citare qualche caso comune.
Per ognuna di queste attività serve una competenza diversa, e spesso le agenzie di comunicazione la esternalizzano piuttosto che ricercarla in house.
Una scelta aziendale, che ha come conseguenza la nascita del ghost developer.
A cosa serve
Perché quindi un’azienda, anche medio-piccola dovrebbe aver bisogno di un ghost developer per lo sviluppo app, software e web? Non è sufficiente il lavoro di marketing, o un sito fai-da-te?
La risposta è abbastanza scontata: in un’epoca di grande concorrenza online come quella in cui viviamo, più il tuo sito o la tua app sono amatoriali, meno chance hanno di affiorare sopra una spietata concorrenza.
Ecco che molte agenzie di comunicazione integrano la propria offerta di SEO e advertising, ad esempio, con l’apertura di un negozio online, o con l’offerta di un mini-gestionale su app.
Successivamente però i nodi vengono al pettine: dalla manutenzione periodica del sito, ai dubbi sull’hosting del server e del dominio, all’aggiunta di strumenti personalizzati per aumentare la produttività e l’efficienza, come i plugin, che poi magari si rivelano un rallentamento. I problemi tecnici che insorgono quando un non-tecnico prova a occuparsi di sviluppo sono infiniti.
Esiste ovviamente un modo ottimizzato per svolgere queste mansioni, cioè delegarle a chi le sa fare: il ghost developer.
Il ghost developer è un’agenzia o un freelance?
Il ghost developer di web, app e software può essere un consulente freelance. In tal caso ci si impiega normalmente più tempo per la ricerca, perché bisogna fare i conti con le disponibilità di tempo del lavoratore singolo, che potrebbe non avere slot liberi.
Invece l’agenzia di sviluppo garantisce di norma di poter programmare meglio le tempistiche del lavoro, dato che gli sviluppatori sono coordinati e gestiti in modo centrale.
In più, spesso l’agenzia conosce meglio le tempistiche e le modalità di sviluppo, perché ha in media un’esperienza più solida e variegata. Aver avuto molti clienti consente anche all’agenzia di conoscere meglio le esigenze gestionali specifiche di diverse aziende, cosa che consente di strutturare un’offerta si app, software e siti ancora più funzionale e personalizzata.
Di chi è l’app o il sito del ghost developer?
L'app o il prodotto digitale creato dal ghost developer è un prodotto a marchio dell'agenzia di comunicazione che ha commissionato il lavoro - o meglio, questi sono di norma gli accordi contrattuali quando il programmatore è un “ghost developer”. Chiaramente se togliamo l’aspetto “ghost” possiamo avere una joint venture e una doppia firma del prodotto finito, a discrezione dell’agenzia di comunicazione.
In sostanza, l’agenzia può rivendere l'app o il software al cliente come parte di un pacchetto di servizi.
Vantaggi di avere un ghost developer
Il vantaggio di una sinergia di questo tipo è duplice:
- L'agenzia creativa, esternalizzando le attività tecniche, evita di doversi sobbarcare rischi e complessità proprie dei progetti digitali. Lo sviluppo software e app infatti implica un'attività di formazione continua, vista la velocità con cui il mondo ICT cambia, e delegandolo al ghost developer l’agenzia di comunicazione può dedicarsi pienamente all'aspetto creativo;
- Lo sviluppatore, che tutti conosciamo come poco avvezzo a un certo tipo di creatività, può dedicarsi alla realizzazione di un prodotto solido senza preoccuparsi dell'aspetto grafico e comunicativo;
- Il cliente ottiene il meglio dei due mondi ed evita di trovarsi a scegliere tra un prodotto esteticamente bello ma poco funzionale oppure solido ma brutto da vedere. Insomma: gli anni ‘90 sono stati un bel periodo, ma nessuno vorrebbe per il proprio sito una grafica del secolo scorso!
Il team di sviluppatori di Pizero lavora come ghost developer da diversi anni con diverse agenzie sul suolo italiano.
I nostri prodotti digitali "ghost" conferiscono al brand con cui collaboriamo un reale valore aggiunto, offrendo un servizio di livello che consente di ridurre rischi e problemi tecnici futuri.
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