Influencer e finanza: investire in nuove tecnologie nel 2021

La finanza è una curiosa disciplina.

A metà strada tra l’economia, la politica e la psicologia, comincia a essere sempre più oggetto di speranze, soprattutto per quanto riguarda le nuove tecnologie.
E sempre più bersagliata da influencer di varia natura. 

Il caso Dogecoin

Il Dogecoin è una criptovaluta decentralizzata peer-to-peer (come il bitcoin), nata nel 2013 prendendo ispirazione dal meme di un cane molto popolare sul Web.

Ma è solo all’inizio del 2021 che il Dogecoin ha una fortuna inaspettata, arrivando al suo massimo valore storico di 0,08$ l’8 febbraio. Allora, il suo ROI stimato era del 10290.91% dal lancio a oggi (18 marzo), secondo MarketCap.

E tutto ciò grazie i fortunati tweet di Elon Musk, ormai affermatosi anche come influencer finanziario. Anche il valore dei bitcoin segue spesso i tweet di Musk, ma è il caso Signal il più emblematico: appena dopo l’invito del CEO di Tesla a scaricare Signal, i titoli in Borsa della Signal Advance sono schizzati alle stelle.

Peccato che si trattasse di un’azienda biomedica che con la messaggistica non c’entrava nulla.

Come siamo arrivati dal silenzioso contrarian investing del genio di Wall Street Warren Buffett a questa insolita pubblicizzazione e spettacolarizzazione della finanza? 

 

Breve storia degli influencer della finanza

Una panoramica storica è d’obbligo: mentre la finanza è sempre stata appannaggio di pochi addetti, spesso approdati a questa disciplina in seguito un percorso di studi economico, oggi i corsi, i tutorial e le opinioni degli influencer sono alla portata di tutti. 

Negli anni ’80 la famiglia italiana media investiva per tramite del proprio consulente finanziario, ma soprattutto investiva solo chi aveva un patrimonio molto cospicuo.

Oggi invece lo strumento del trading online spalanca le porte a tutti. 

 

A partire dal primo lockdown i trading online hanno subito un boom considerevole, e soprattutto da parte dei giovanissimi. Molte persone chiuse in casa hanno iniziato ad informarsi, a seguire corsi rapidi – nel migliore dei casi – oppure solo gli indici e l’andamento delle azioni.

Qualcuno ha iniziato a masticare formule matematiche prima impensabili, imparando a conoscere opzioni binarie e leggi di probabilità. 

“La pandemia ha reso popolare il trading attivo – spiega Kevin Gu, product manager a Wealthsimple Trade, una nota piattaforma statunitense di trading online – per alcune ragioni: le persone hanno più tempo a disposizione da quando sono a casa, stanno pensando alle loro finanze più seriamente, e sono eccitati dall’opportunità di entrare nel mercato”. 

 

In fondo, l’investimento ha un sapore adrenalinico: la segreta speranza di chi compra è quella di essere pioniere, di vedere un giorno delle proprie tasche esplodere il frutto dell’acquisto di titoli. 

Il brivido dell’investire in nuove tecnologie

Le nuove tecnologie sono oggi un settore ghiotto in cui investire: smartphone, blockchain, Internet delle Cose, veicoli a guida autonoma, genoma digitale…

Se fino a una ventina d’anni fa le major dei computer erano le uniche a uscirne vittoriose, ad esempio Apple (NASDAQ:AAPL) o Microsoft (NASDAQ:MSFT), oggi abbiamo asset di successo molto meno legati alla produttività economica ma comunque interessanti per gli investitori. Alcune nuove tecnologie su cui potrebbe avere senso investire nascondono poi storie appassionanti e misteriose: è il caso ad esempio dei bitcoin

La tecnologia Bitcoin (con la “b” maiuscola) e la relativa criptovaluta bitcoin (“b” minuscola) possono sembrare la gallina dalle uova d’oro ad alcuni investitori inesperti che seguono determinati influencer.

Ma è d’obbligo applicare della cautela e comprendere una tecnologia, prima di iniziare un investimento. 

Due cose da sapere sulla tecnologia Bitcoin

I BTC hanno costituito una rivoluzione tecnologica. Hanno battuto la strada per numerosi altri sviluppi della tecnologia blockchain, anche decisamente più istituzionali e meno opachi della creatura di Satoshi Nakamoto.

Però è opportuno conoscere due aspetti tecnologici che molto spesso vengono trascurati:

  1. I bitcoin hanno un numero finito. Un giorno, nel futuro prossimo, l’ultimo “minatore” di blocchi verrà retribuito con l’unità minima possibile di bitcoin. Questo fermerà la produzione di BTC a poco meno di 21 milioni. Nuove possibilità potrebbero configurarsi: ad esempio i bitcoin potrebbero diventare una commodity (o “bene rifugio”), come l’oro.
  2. Il bitcoin mining, ovvero i calcoli necessari per la creazione di nuovi Bitcoin, ha un impatto ambientale considerevole. Sono ormai diffuse le immagini di questi data center sperduti in lande siberiane e alimentati a carbone. I server, si sa, scaldano. Ma il mining è per sua natura una procedura che richiede una elevata potenza di calcolo, e questo aspetto rende l’attuale mining una creatura in conflitto con le nuove sensibilità ambientali.

Fatte queste considerazioni puramente tecniche, si può iniziare con consapevolezza la propria analisi economico-finanziaria.

Scegliere gli “influencer” giusti per investire in nuove tecnologie

Purtroppo, spesso la mancata conoscenza di alcuni basilari indicatori tecnologici fa sì che gli investitori alle prime armi intraprendano il viaggio BTC – ma anche altri – confidando che la crescita continuerà per sempre. 

È oggi più importante che mai comprendere il reale futuro degli asset digitali, o comprendere se è possibile prevederlo. Una consulenza strategica digitale, o uno studio individuale rigoroso, sono fondamentali in questo senso, almeno per non incorrere nel rischio Betamax.

Betamax era la prima videocassetta – prodotto incredibile e con altissimo potenziale – commercializzato nel 1975 dalla giapponese Sony.

Se all’epoca ci fosse stato il trading online e qualche influencer compiacente, chi non avrebbe investito nella Betamax? 

 

Peccato che un anno dopo arrivò il VHS.  

E tutto il resto è storia.