Nuova legge italiana sull’intelligenza artificiale: cosa cambia per cittadini e imprese

18 Settembre 2025
Michele

Il nuovo disegno di legge sull’intelligenza artificiale: cosa cambia per cittadini e imprese

L’Italia si prepara a dotarsi di una cornice normativa organica sull’intelligenza artificiale (IA). Il Disegno di legge n. 1146, presentato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, rappresenta il primo tentativo di sistematizzare i principi, le regole e le opportunità legate a questa tecnologia, in coerenza con l’AI Act europeo approvato a marzo 2024.

Si tratta di un provvedimento molto ampio – oltre 60 articoli tra testo, relazione tecnica e analisi normativa – che tocca diversi ambiti: sanità, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, sicurezza, diritto d’autore e persino sport. Un quadro che non si limita a fissare principi, ma introduce strumenti concreti come l’istituzione di autorità nazionali dedicate, un osservatorio sul lavoro e un piano di investimenti fino a un miliardo di euro.

Di seguito una sintesi dei contenuti principali, seguita da una riflessione sulle implicazioni per le aziende e da alcuni commenti critici.

I principi generali del disegno di legge

La legge si apre con un richiamo chiaro: l’IA deve essere antropocentrica, trasparente e responsabile. Gli articoli iniziali fissano i principi fondamentali:

  • Rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e dal diritto europeo.
  • Trasparenza, proporzionalità, sicurezza e protezione dei dati personali.
  • Cybersicurezza come precondizione per lo sviluppo e l’uso dei sistemi di IA.
  • Inclusione e accessibilità per le persone con disabilità.
  • Tutela della democrazia, con il divieto di utilizzo dell’IA che possa minacciare lo svolgimento libero della vita politica e istituzionale.

Un punto centrale è la definizione stessa di sistema di intelligenza artificiale: un sistema automatizzato, con vari gradi di autonomia, capace di generare output che influenzano ambienti fisici o virtuali. Vengono inoltre precisati i concetti di “dato” e “modello di IA”.

L’IA nei settori chiave

Sanità e disabilità

L’articolo 7 stabilisce che l’IA debba essere un supporto e non un sostituto del medico: la decisione resta sempre in capo all’operatore sanitario. Sono promossi sistemi per migliorare prevenzione, diagnosi e cura, con l’obbligo di informare i pazienti sulla logica decisionale utilizzata.

È prevista anche la creazione di una piattaforma nazionale di IA sanitaria gestita da AGENAS, per supportare medici e cittadini nell’accesso ai servizi.

Lavoro

Il testo riconosce che l’IA può migliorare condizioni e produttività, ma sottolinea la necessità di trasparenza verso i lavoratori e rispetto della dignità. È istituito un Osservatorio sull’IA nel lavoro presso il Ministero del Lavoro, con compiti di monitoraggio, strategia e formazione.

Professioni intellettuali

Gli avvocati, i consulenti e i professionisti in generale potranno usare l’IA solo come strumento di supporto. Il cliente dovrà essere informato chiaramente quando l’IA viene impiegata.

Pubblica amministrazione

Le PA potranno usare l’IA per snellire i procedimenti e migliorare i servizi, ma sempre come supporto al decisore umano, che rimane responsabile degli atti.

Giustizia

Nei tribunali, l’IA sarà utilizzata solo per la gestione organizzativa, la ricerca giurisprudenziale e dottrinale. Ogni decisione resta esclusivamente al magistrato.

Sicurezza nazionale

Le attività di IA per finalità di difesa e intelligence restano escluse dall’applicazione della legge, ma dovranno rispettare i diritti fondamentali.

Strategia nazionale e autorità di vigilanza

Il disegno di legge introduce una strategia nazionale per l’IA, aggiornata almeno ogni due anni, coordinata dalla Presidenza del Consiglio.

Due agenzie diventano le autorità nazionali di riferimento:

  • AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), responsabile dell’innovazione e dello sviluppo.
  • ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), incaricata della vigilanza, delle ispezioni e delle sanzioni.

È inoltre previsto un Comitato di coordinamento per garantire la collaborazione tra le autorità e con le altre amministrazioni.

Investimenti e misure di sostegno

Uno degli aspetti più rilevanti riguarda la parte economica:

  • È autorizzata una dotazione fino a 1 miliardo di euro per investimenti in IA, cybersicurezza, calcolo quantistico e tecnologie abilitanti.
  • Il Fondo di venture capital potrà acquisire partecipazioni in startup e PMI innovative nei settori strategici.
  • Si prevedono percorsi di formazione, alfabetizzazione e inserimento di moduli su IA nei programmi scolastici e universitari, con particolare attenzione alle discipline STEM.

Tutela degli utenti e diritto d’autore

Il testo interviene anche su aspetti sensibili per i cittadini:

  • Obbligo di etichettatura dei contenuti generati dall’IA (testi, foto, video, audio) con un marchio visibile “IA” o annunci audio.
  • Eccezioni solo per opere manifestamente creative o satiriche.
  • Riconoscimento del diritto d’autore solo alle opere frutto del lavoro intellettuale umano, anche se assistite dall’IA.
  • Introduzione di sanzioni specifiche per la diffusione illecita di deepfake e altri contenuti manipolati.

Le nuove fattispecie penali

Il disegno di legge modifica il codice penale introducendo aggravanti per reati commessi con l’ausilio dell’IA, ad esempio in caso di frode, manipolazione finanziaria o diffusione di contenuti falsi.

È previsto un nuovo reato: la “illecita diffusione di contenuti generati o alterati con IA”, punito con la reclusione fino a cinque anni.

Implicazioni per le aziende

Per le imprese italiane, il disegno di legge rappresenta al tempo stesso una sfida regolatoria e una grande opportunità di crescita.

1. Compliance obbligatoria

Le aziende che sviluppano o utilizzano IA dovranno adeguarsi a standard di trasparenza, cybersicurezza e qualità dei dati. Questo comporterà costi iniziali di adeguamento ma potrà rafforzare la fiducia dei consumatori.

2. Opportunità di finanziamento

PMI e startup innovative potranno accedere ai fondi di venture capital e agli investimenti pubblici. Per chi opera in settori strategici (IA, cybersecurity, 5G, calcolo quantistico), le risorse disponibili sono significative.

3. Mercato più competitivo e regolato

L’enfasi sulla localizzazione dei dati e sulla trasparenza dei modelli potrebbe favorire le aziende italiane ed europee rispetto ai grandi player extra-UE.

4. Settori specifici coinvolti

  • Sanità: nuove opportunità per imprese biotech e healthtech che sviluppano soluzioni affidabili e certificate.
  • Lavoro: crescita della domanda di strumenti per il monitoraggio etico e trasparente delle performance.
  • PA e giustizia: spazio per fornitori di soluzioni AI “explainable” e compatibili con i requisiti legali.

5. Diritto d’autore e media

Le aziende attive nei settori editoriali e audiovisivi dovranno integrare sistemi di etichettatura dei contenuti AI, con impatti sulla produzione e distribuzione.

Commenti e considerazioni critiche

  • Equilibrio tra innovazione e regole: il testo appare ben allineato al quadro europeo, cercando di bilanciare innovazione e tutela. Tuttavia, c’è il rischio di un appesantimento burocratico, soprattutto per le PMI.
  • Centralità della cybersicurezza: il coinvolgimento dell’ACN è un punto di forza, ma rimane da capire come verranno coordinati i controlli con il Garante per la Privacy e altre autorità.
  • Ambiguità sull’uso creativo: la distinzione tra opere protette e contenuti generati interamente da IA potrebbe aprire contenziosi in ambito artistico ed editoriale.
  • Formazione e competenze: positivo l’inserimento di percorsi educativi su IA, ma l’efficacia dipenderà dalle risorse stanziate e dalla rapidità di attuazione.
  • Applicazione penale: l’introduzione di nuove fattispecie di reato è importante contro fenomeni come i deepfake, ma sarà complesso definire le responsabilità nei casi di utilizzo improprio di sistemi sviluppati da terzi.

Conclusione

Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale segna un passaggio fondamentale: l’Italia riconosce ufficialmente l’IA come tecnologia strategica, da governare con norme chiare e strumenti di sostegno.

Per i cittadini, le novità più evidenti riguarderanno la trasparenza dei contenuti generati da IA e la tutela della privacy. Per le imprese, si apre una stagione di investimenti e regolamentazione che potrà favorire chi saprà coniugare innovazione e responsabilità.

Il provvedimento, ancora in fase di discussione parlamentare, rappresenta quindi un’occasione per rafforzare la competitività nazionale ed europea, ma la sua efficacia dipenderà dall’attuazione concreta e dalla capacità di accompagnare le aziende nel percorso di adeguamento.

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