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Il tuo amico o la tua amica ha ormai digitalizzato anche le stringhe delle scarpe?

Non temere: esistono comunque moltissimi regali tecnologici che puoi sfoderare per questo Natale 2024.

Se sei alla ricerca di minima spesa e massima resa, e se vuoi dare comunque un tocco geek ai tuoi regali sotto l’albero, ecco i nostri consigli imperdibili.

I 6 regali tecnologici natalizi - che non ti aspetti

1) Tastiera meccanica

Avevi anche tu una nonna che prima dei compleanni e delle feste preannunciava che avrebbe fatto “solo regali utili”? Le tastiere meccaniche personalizzabili rientrano esattamente nella categoria. 

Funzionalità avanzate, personalizzazione, esperienza d'uso superiore… Qui abbiamo tutto.

Con i suoi switch meccanici, una buona tastiera meccanica offre un feedback tattile e sonoro che rende il gaming decisamente migliore. 

Inoltre, la possibilità di personalizzare i keycaps e, in alcuni modelli, gli switch stessi, la rende un oggetto molto appagante per chi ama la personalizzazione estrema. 

La retroilluminazione RGB aggiunge un tocco estetico high-tech, perfetto per una scrivania moderna, e la costruzione robusta garantisce longevità. 

Un esempio è la Keychron Q2 Max, una tastiera meccanica wireless con layout al 65%, manopola programmabile e supporto per connessioni wireless 2.4G, Bluetooth 5.1 e cablate Type-C. È disponibile su Amazon Italia.

Qui trovi il link su Amazon Italia.

2) Docking Station Multifunzionali

Una docking station offre numerosi vantaggi, soprattutto per chi lavora con laptop e ha bisogno di una postazione versatile e organizzata. 

Si sta già abbastanza diffondendo tra gli appassionati del gaming, ma non poi così tanto da metterti nei guai, se scegli proprio questo regalo. 

In sostanza, una docking station permette di collegare più dispositivi (monitor, tastiera, mouse, stampante, periferiche USB) attraverso un unico cavo, trasformando il laptop in una postazione desktop completa. 

Immaginala come un’espansione delle porte del computer, che aggiunge ingressi HDMI, Ethernet, USB-C, o lettori di schede SD. 

Ma soprattutto: una docking station aumenta esponenzialmente l’ordine dei cavi. Alcuni modelli offrono anche la possibilità di ricaricare il laptop durante l'uso, riducendo l'ingombro e migliorando l'efficienza del lavoro.

A noi piace molto la CalDigit TS4, che offre 18 porte, inclusi 3 Thunderbolt 4, 5 USB-A, 3 USB-C e una porta Ethernet 2.5GbE. È disponibile su Amazon Italia.

Qui trovi il link su Amazon Italia.

3) Organizer Tech

Un organizer tech offre una soluzione pratica ed elegante per tenere in ordine la miriade di accessori tech che il tuo amico o la tua amica sicuramente ha. 

Cavi di ricarica, power bank, adattatori, auricolari, chiavette USB e persino piccoli dispositivi trovano posto in uno spazio dedicato, eliminando il disordine e rendendo tutto facilmente accessibile. È un regalo funzionale, che si distingue per la comodità durante i viaggi o per l’organizzazione della scrivania. 

Un esempio è l'UGREEN Borsa Porta Accessori, disponibile su Amazon Italia.

4) Cuffie Noise Cancelling

Il regalo tech sempreverde, che non invecchia mai. Perfetta per musica, film, gaming o lavoro, consente un'esperienza immersiva eliminando distrazioni, ideale per chi viaggia, lavora in ambienti rumorosi o cerca relax. 

Ormai il mercato offre diversi modelli di qualità con un suono bilanciato e funzioni smart come assistenti vocali o modalità trasparenza. 

Se ne dobbiamo scegliere un modello, optiamo per Sony WH-1000XM5, disponibile su Amazon Italia.

5) Console Portatili

Ecco un altro grande classico dei regali tech, ideale per Natale perché richiede un budget un po’ più alto rispetto al resto della nostra lista. 

Semplicemente, è un oggetto perfetto per chi ama l’intrattenimento on-the-go. Inoltre, molte includono funzioni aggiuntive come connettività online, emulazione di giochi retrò e integrazione con altre piattaforme. 

Noi siamo molto affezionati alla Nintendo Switch, che è versatile, adatta sia per il gioco in mobilità ma anche collegabile alla TV. 

È disponibile su Amazon Italia.

6) Dispositivi per Smart Home

Per gli appassionati di domotica, l'Amazon Echo Dot (4ª generazione) è un ottimo punto di partenza per controllare dispositivi smart e accedere ad Alexa.

Questo regalo tech è uno smart speaker compatto e versatile che utilizza l’assistente virtuale Alexa.

Può eseguire numerosi compiti, come riprodurre musica, rispondere a domande, impostare sveglie e promemoria, fornire aggiornamenti meteo o notizie, e controllare dispositivi smart home compatibili (es. luci, termostati, prese intelligenti). 

Anche questo è disponibile su Amazon Italia.

In conclusione: il regalo tech natalizio perfetto

C’è qualcosa che ha colpito il tuo occhio?

Ti abbiamo dato l’imbarazzo della scelta, per toglierti l’imbarazzo di ritrovarti all’ultimo momento con il solito paio di calzini di lana o sciarpa con le renne.
Un altro lato positivo del mondo tech è che… Non si sbaglia mai taglia.

 

Buone feste dal team Pizero!

Il successo di un e-commerce in Woocommerce non si misura solo dalla qualità dei prodotti o dall’esperienza utente, ma anche dall’efficienza con cui l’intera infrastruttura software viene gestita. Compreso il gestionale di magazzino. 

Come qualsiasi altro tipo di negozio, anche gli e-commerce possono avere problemi logistici, di gestione delle scorte o del rapporto con i clienti. 

L’importante è integrare correttamente i due sistemi - e-commerce in Woocommerce e gestionale - ottenendo così il massimo della performance con la minima fatica manuale.

Hai entrambi già in funzione e temi che integrare sia difficile?

Nessun problema.

Seguici in questa guida e scoprirai che è perfettamente fattibile, e anzi molto vantaggioso.

WooCommerce e gestionale di magazzino: come integrarli

Sono vari i software che puoi collegare a WooCommerce, e tra questi ci sono senz’altro i gestionali di magazzino.

Non per niente WooCommerce è forse la piattaforma più popolare per la creazione di negozi online su WordPress. Grazie alla sua flessibilità, WooCommerce permette di gestire facilmente prodotti, ordini, pagamenti e spedizioni. 

Quando viene integrato a un WMS (Warehouse Management System), ovvero un software gestionale di magazzino, allora diventa ancora più abile nell’ottimizzare e automatizzare tutti i processi legati alla gestione delle scorte e delle operazioni all'interno di un magazzino. 

Grazie alle sue funzionalità avanzate, un WMS aiuta a ridurre i costi operativi, migliorare l'efficienza e garantire un servizio più veloce e accurato. 

Immagina ai vantaggi che può portare, oltre a questi già esistenti, un'integrazione con un sistema di gestione del magazzino.

Di sicuro è possibile ridurre al minimo gli errori legati all'inserimento manuale dei dati e alle attività ripetitive.

Si guadagna quindi in efficienza, in tracciabilità, in previsioni di riempimento e in efficacia del riordino, e si evitano le rotture di stock.

E pianificare la domanda futura significa soprattutto una cosa: capacità di soddisfare meglio il cliente.

Strumenti e soluzioni per l'integrazione 

Esistono diverse soluzioni software che facilitano l'integrazione tra WooCommerce e i sistemi di magazzino. La scelta del giusto strumento dipende dalle specifiche esigenze del negozio online, dalle dimensioni dell’inventario e dal livello di automazione desiderato.
Qui facciamo qualche esempio comune, giusto per dare un'idea.

Plugin per l’integrazione WooCommerce + gestionale di magazzino

WooCommerce offre molti plugin per facilitare l'integrazione con i software di magazzino. Alcuni dei più utilizzati:

Integrazioni con software di terze parti

Per e-commerce grandi o con esigenze specifiche è possibile optare per l’integrazione con software di terze parti specializzati. 

Un paio di esempi:

Criticità

Sono molti i casi di imprenditori o aziende che pensano di poter ricorrere al fai-da-te, ma incorrono poi in errori anche gravi.

Il problema è che un errore impatta non solo nella soddisfazione dei clienti, ma anche nel posizionamento del tuo e-commerce online.

Ecco perché per un’integrazione svolta a regola d’arte è sempre meglio rivolgersi a chi di digitalizzazione si occupa da anni, e con risultati comprovati.

 

Manda una mail a [email protected] , raccontaci del tuo progetto e ti ricontatteremo con la nostra migliore soluzione.

 

Se sei qui significa che ti stai affacciando alla galassia Vue.js, oppure che già lo conosci e vorresti capire i suoi usi pratici.

Per entrambe queste necessità, sei nel posto giusto!

Vue.js è un framework JavaScript progressivo nato nel 2014 grazie al lavoro di Evan You, un ex-ingegnere di Google che ha ideato uno strumento più versatile e leggero rispetto ai framework esistenti. 

La motivazione principale dietro la creazione di Vue.js è stata la volontà di semplificare.

Le interfacce web interattive sviluppate con Vue.js, infatti, hanno il grande vantaggio di mantenere il codice modulare e leggibile. 

Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Cos’è Vue.js

Vue.js si è rapidamente affermato come uno dei framework JavaScript più apprezzati, insieme a React e Angular, poiché consente di costruire applicazioni single-page (SPA) dinamiche e scalabili. 

È facile da imparare, chiaro nella documentazione e con un sistema reattivo potente. Questo lo rende ottimo per diversi tipi di programmazione, soprattutto se paragonato con i suoi competitor.

Vue.js vs. altri framework front-end: React e Angular

La scelta di Vue.js rispetto ad altri framework come React e Angular dipende da vari fattori.

Ad esempio, React offre la Libertà di una Libreria, ed è noto per la sua capacità di creare interfacce utente reattive attraverso componenti riutilizzabili. Non è formalmente un framework completo come Vue.js, ma viene spesso utilizzato per la creazione di SPA e offre una grande libertà agli sviluppatori. 

Uno svantaggio di React rispetto a Vue.js è la mancanza di un’architettura integrata: React si concentra esclusivamente sulla visualizzazione dei dati e richiede l'uso di librerie di terze parti per gestire le altre funzionalità, come il routing o la gestione dello stato.

Vue.js, d’altro canto, è progettato per essere "progressivo", ovvero permette di aggiungere funzionalità complesse solo quando servono, ma fornisce allo stesso tempo un ecosistema integrato (come Vue Router e Vuex) che agevola lo sviluppo. Vue.js semplifica quindi la creazione di applicazioni complete senza dover necessariamente integrare librerie esterne.

Invece Angular, sviluppato da Google, è un framework completo e altamente strutturato, perfetto per applicazioni aziendali e progetti di grandi dimensioni. 

La base per la gestione di dati e flussi è buona, il che lo rende il top player per progetti ampi. Però questa struttura ben definita comporta una curva di apprendimento più ripida rispetto a Vue.js, e una maggiore complessità nell’adattamento a progetti più piccoli o meno strutturati.

Vue.js è senz'altro più snello e quindi indicato per tempi di sviluppo rapidi e adattamenti frequenti, senza rinunciare alla modularità o alla scalabilità.

Facilità di sviluppo delle interfacce con Vue.js

Vue.js è rinomato per la semplicità e la chiarezza con cui consente di sviluppare interfacce interattive. 

Il sistema di reattività di Vue.js è uno dei suoi punti di forza. Grazie al modello di dati reattivo, Vue.js tiene automaticamente traccia delle dipendenze e aggiorna solo le parti dell'interfaccia utente che cambiano, riducendo così il carico di lavoro per lo sviluppatore e migliorando le prestazioni dell’applicazione. Questo meccanismo consente di implementare interfacce interattive senza doversi preoccupare di aggiornamenti manuali complessi.

 

Un altro elemento importante che determina la facilità d’uso di Vue.js è la struttura a componenti, cioè blocchi di codice indipendenti che rappresentano parti dell’interfaccia utente. 

Esempio: un componente per una barra di navigazione o per una lista di prodotti può essere creato una sola volta e poi utilizzato in diverse sezioni dell’applicazione senza dover riscrivere il codice.

Template e data binding

Vue.js utilizza una sintassi di template semplice che consente di inserire variabili e funzioni direttamente nel codice HTML, grazie a un sistema di data binding bidirezionale. Questo significa che, quando i dati cambiano, Vue.js aggiorna automaticamente il DOM (Document Object Model) per riflettere tali cambiamenti, senza bisogno di interventi manuali da parte dello sviluppatore. 

Inoltre, il data binding bidirezionale semplifica il passaggio di dati tra i componenti, migliorando l’esperienza utente.

Routing integrato e gestione dello stato

Vue.js offre strumenti integrati come Vue Router e Vuex, che facilitano la gestione del flusso di dati e il routing tra le pagine dell’applicazione. 

Vue Router consente di gestire facilmente il sistema di navigazione, mentre Vuex è utilizzato per centralizzare e controllare lo stato dell’applicazione, utile soprattutto nelle applicazioni più grandi dove diversi componenti hanno bisogno di condividere informazioni.

L’uso combinato di questi strumenti permette agli sviluppatori di Vue.js di costruire applicazioni single-page complesse senza dipendere da soluzioni esterne, mantenendo il codice pulito e ben organizzato.

Vantaggi di Vue.js per applicazioni front-end

È arrivato il momento di tirare le somme di questa spiegazione, e di capire davvero per quali progetti e realtà è meglio usare Vue.js.

Innanzi tutto, va detto che è molto presente sul mercato del lavoro, quindi se sei uno sviluppatore, ha senso impararlo.

Vediamo i vantaggi!

Speriamo che questa breve guida ti sia stata utile. 

Se vuoi unirti al team di sviluppatori di Pizero Design, ti aspettiamo a braccia aperte!

La cybersecurity rappresenta oggi uno dei pilastri fondamentali della gestione aziendale e individuale. L’escalation di sofisticazione delle minacce informatiche a cui stiamo assistendo non è però presa abbastanza seriamente da svariate aziende. Molti trascurano una corretta gestione dei propri asset digitali, perché tendono a fidarsi di essi come ci si fidava delle macchine industriali. 

Purtroppo è divenuto ormai obbligatorio avere una panoramica completa della minacce alla cybersecurity.

In questo breve articolo vedremo quelle più note e più pericolose del 2024.

Evoluzioni recenti nelle minacce alla cybersecurity

Negli ultimi anni, il panorama delle minacce informatiche ha subito una trasformazione radicale. Non si tratta più solo di malware tradizionali, ma di attacchi più articolati e, spesso, mirati a bersagli specifici. 

Con l’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) e l’aumento dell’Internet of Things (IoT), i fianchi scoperti sono aumentati. 

Tra le minacce più rilevanti del 2024 abbiamo:

1) I ransomware

I ransomware rimangono una delle minacce più pervasive. 

Le nuove varianti sono progettate per eludere le difese avanzate e possono bloccare interi sistemi in pochi minuti. 

La strategia più diffusa è quella della "double extortion", ovvero il ricatto multiplo, dove non solo i dati vengono bloccati, ma viene anche minacciata la pubblicazione delle informazioni sensibili.

2) Attacchi alla supply chain

Gli attacchi alla supply chain consentono di passare dal fornitore per arrivare a molteplici clienti. Sono insidiosi e perlopiù dipendono dalla qualità del software, e in qualche caso dal fattore umano. 

3) Deepfake

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per generare video, audio o immagini falsificate rappresenta una sfida inedita per la cybersecurity. I deepfake possono ingannare i sistemi di riconoscimento e facilitare truffe sofisticate, come il social engineering e il furto di identità.

4) Phishing sempre più potente

Il phishing, ovvero la tecnica di sottrazione delle credenziali tramite falsi messaggi, continua a evolversi. 

Soprattutto desta una certa preoccupazione lo spear-phishing", indirizzato a target specifici e dotato di informazioni dettagliate sulla vittima.

5) I punti deboli dell’IoT

L’Internet of Things è una risorsa ma anche un rischio, se malgestito. Con il diffondersi dei dispositivi IoT aumenta anche la vulnerabilità, dato che gli hacker possono utilizzare questi dispositivi per creare "botnet" (reti di dispositivi compromessi) o per accedere a informazioni riservate.

Come proteggere i propri asset digitali

Un primo consiglio è quello di adottare dei sistemi di intelligenza artificiale per la difesa. Gli algoritmi di machine learning possono analizzare i modelli di attacco per anticipare nuove minacce e rispondere in maniera automatica e tempestiva.

Anche il backup regolare dei dati è una misura di protezione fondamentale: creare copie di sicurezza in ambienti isolati riduce il rischio di perdita di dati e consente un ripristino rapido in caso di attacco, tramite un piano di disaster recovery ben orchestrato. 

Fondamentale è anche formare i propri dipendenti, eliminando la debolezza umana dall’equazione. Tra i tipi di autenticazioni è poi sempre meglio privilegiare quella a Due Fattori (2FA) e i Sistemi Zero Trust. 

Tendenze registrate nella cybersecurity nel 2024

A fine anno è il momento per tirare le somme. Alcuni trend che sono emersi o si sono consolidati nel 2024 sono:

Consiglio per le aziende: come sostenere l’innovazione sicura

Al di là delle considerazioni teoriche, arriva il momento di mettere a terra questi concetti, per le aziende. 

Come fare?

Di chi fidarsi?

Quali sono le innovazioni davvero necessarie e qual è il confine tra necessità e paranoia?

Per proteggersi efficacemente nel 2024, le aziende devono adottare una mentalità orientata all’innovazione e alla prevenzione. È fondamentale considerare la sicurezza informatica come parte integrante della propria strategia di business, piuttosto che un costo aggiuntivo o una preoccupazione secondaria. Investire in ricerca, formazione e tecnologie avanzate consente di ottenere una sicurezza proattiva, capace di evolvere insieme al panorama delle minacce. 

 

Pizero Design è al tuo fianco nel processo di miglioramento della cybersecurity della tua azienda.

Contattaci per una consulenza iniziale orientativa!

 

Era il 1999 e per la prima volta si sentì parlare di Internet of Things (IoT). Il termine è stato coniato per la prima volta nel 1999 da Kevin Ashton, un ricercatore britannico e cofondatore del MIT Auto-ID Center. Ma oggi un nuovo scenario si apre di fronte a noi: quello dell’IoE (Internet of Everything, ovvero Internet del Tutto), di cui parleremo qui di seguito.

L’Internet delle Cose: una panoramica sul mondo attuale

L’idea dell’Internet delle Cose era originariamente quella di collegare oggetti fisici a Internet attraverso l'uso di sensori e tecnologie di identificazione a radiofrequenza (RFID). 

L'obiettivo? 

Rendere più efficiente la gestione della supply chain mediante una comunicazione automatica e in tempo reale tra dispositivi, senza la necessità di intervento umano. 

Da allora, il concetto di IoT si è decisamente evoluto.

 

Grazie alla sua capacità di raccogliere ed elaborare dati in tempo reale, l'IoT ha migliorato la nostra qualità della vita, reso i processi più trasparenti e facilitato una maggiore personalizzazione dei servizi, lasciando intravedere un futuro in cui la tecnologia diventa sempre più invisibile ma profondamente integrata nelle nostre vite.

Tra queste innovazioni, l'Internet delle Cose (IoT) ha avuto un impatto significativo, con miliardi di dispositivi connessi che comunicano tra loro, generando dati in tempo reale e facilitando una vasta gamma di applicazioni. Tuttavia, stiamo assistendo a un ulteriore passo avanti: l'Intelligenza delle Cose (IoE o Internet of Everything), un concetto che va oltre la semplice connessione di dispositivi, introducendo un'intelligenza distribuita e contestuale che apre le porte a una nuova era di connettività.

Quando l'IoT non basta più

Il concetto di Internet delle Cose si basa sulla connessione di oggetti fisici a Internet. Questi oggetti vengono dotati di sensori e attuatori che raccolgono e trasmettono dati. L'IoT consente a questi dispositivi di comunicare tra loro e di inviare informazioni a server o cloud, dove i dati vengono poi elaborati. 

Però, di per sé, l'IoT non implica che i dispositivi sappiano decidere “da soli”. 

In genere, infatti, i dati raccolti dai dispositivi IoT richiedono un intervento esterno (come un'analisi da parte di software su cloud o una gestione umana) per essere tradotti in azioni o decisioni.

Qualche esempio di IoT

Come si vede, questi oggetti da soli non possono decidere e non possono necessariamente migliorare la nostra vita.
A meno che non consideriamo un altro sistema che faccia da puntello a quanto sopra descritto, e questo sistema è l’Internet of Everything.

Internet del Tutto (Internet of Everything)

Oltre alla connettività tra dispositivi, l'IoE (Internet del Tutto) integra intelligenza artificiale, machine learning e capacità di elaborazione locale come l'edge computing

Questo permette ai dispositivi di analizzare, interpretare e agire sui dati in modo autonomo, senza dover sempre passare attraverso un sistema centrale o un operatore umano.

In altre parole, l'IoE non si limita a far sì che gli oggetti comunichino tra loro, ma aggiunge un livello di intelligenza e autonomia

I dispositivi IoE possono prendere decisioni contestuali in tempo reale, adattarsi all'ambiente e apprendere dalle interazioni. 

Ci sono alcune differenze macroscopiche con l’IoT.

Innanzi tutto, l'IoT si concentra sulla connessione di dispositivi per raccogliere e trasmettere dati, mentre l'IoE aggiunge un livello.

Poi, nell'IoT l'elaborazione dei dati avviene principalmente in cloud o in centri di controllo remoti, mentre nell'IoE si sfrutta l'edge computing, cioè l'elaborazione dei dati direttamente sui dispositivi o nelle vicinanze, riducendo la dipendenza da server esterni e migliorando la velocità e l'efficienza.

Questo rende l’IoE decisamente più proattivo e meno passivo dell’IoT.

Ad esempio, pensiamo a un sistema di gestione energetica domestico che, oltre a monitorare la temperatura, apprende le abitudini degli abitanti, ottimizza automaticamente i consumi e può regolare autonomamente il funzionamento degli elettrodomestici in base ai prezzi dell'energia o alle condizioni meteorologiche.

Insomma, parliamo di un modo completamente diverso di concepire il ruolo che le macchine hanno nella nostra vita. Un modo che potremmo definire futuristico, ma che è sempre più vicino a noi.

Negli ultimi anni, la crescente dipendenza dalle tecnologie digitali ha reso la sicurezza informatica una priorità assoluta per le aziende e le istituzioni governative. In risposta a questa esigenza, l’Unione Europea nel 2016 ha introdotto la direttiva NIS, mirata a rafforzare la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi. Tuttavia, l’evoluzione rapida delle minacce cibernetiche ha reso necessaria un’ulteriore intervento legislativo, portando all’adozione della direttiva NIS2. Il Governo italiano ha approvato questa estate i decreti attuativi della Direttiva NIS2, che è quindi entrata in vigore lo scorso ottobre. Si tratta di una normativa importante perché pone in capo alle aziende nuovi obblighi, ma non solo. E' un tassello strategico per rafforzare la sicurezza digitale. E dunque,  cosa c'è da sapere sulla NIS2? cosa comporta e perché è fondamentale per la sicurezza e la competitività nel mercato digitale? Cerchiamo di rispondere a queste domande nel nostro articolo.

Cos’è la direttiva NIS2?

La direttiva NIS2 è un aggiornamento significativo della precedente direttiva NIS (Network and Information Security), con l’obiettivo di affrontare le nuove sfide poste dalle minacce cibernetiche in costante evoluzione. Adottata dall’Unione Europea nel 2022 e recepita in Italia il 17 ottobre 2024, la NIS2 mira a rafforzare ulteriormente la resilienza delle infrastrutture critiche e a garantire un elevato livello comune di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in tutta l’UE.

Cosa devono sapere le aziende?

1. Espansione del campo di applicazione

La NIS2 amplia significativamente il campo di applicazione rispetto alla direttiva originale. Non più solo pochi settori come l’energia, i trasporti, la sanità e le infrastrutture digitali, ma estende anche la copertura anche a:

•Servizi postali e di corriere

•Gestione dei rifiuti

•Produzione alimentare

•Prodotti chimici

•Fabbricazione di dispositivi medici

•Spazio e ricerca

Questo significa che molte più aziende saranno soggette ai requisiti di sicurezza e alle obbligazioni di notifica degli incidenti.

2. Requisiti di sicurezza più rigorosi

La direttiva impone alle aziende di adottare misure tecniche e organizzative adeguate per gestire i rischi per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi. Ciò include:

Valutazione dei rischi: Identificare e valutare regolarmente i rischi di sicurezza.

Gestione delle vulnerabilità: Implementare processi per gestire le vulnerabilità note.

Sicurezza nella catena di approvvigionamento: Garantire che i fornitori e i partner rispettino standard di sicurezza adeguati.

Piani di continuità operativa: Preparare piani per garantire la continuità dei servizi in caso di incidenti.

3. Obblighi di notifica degli incidenti

Le aziende sono tenute a notificare gli incidenti significativi alle autorità competenti entro 24 ore dalla rilevazione iniziale. Questa notifica precoce è cruciale per mitigare l’impatto degli incidenti e per coordinare una risposta efficace a livello nazionale ed europeo.

4. Sanzioni più severe

La NIS2 introduce sanzioni amministrative più elevate per le aziende che non rispettano i requisiti, con multe che possono arrivare fino al 2% del fatturato mondiale annuo o 10 milioni di euro, a seconda di quale importo sia maggiore.

Cosa comporta per le aziende

Adeguamento delle politiche di sicurezza

Le aziende devono rivedere e aggiornare le loro politiche di sicurezza per conformarsi ai nuovi requisiti. Questo potrebbe includere l’implementazione di nuove tecnologie di sicurezza, la formazione del personale e l’adozione di standard internazionali riconosciuti.

Gestione della catena di fornitura

Poiché la direttiva enfatizza la sicurezza lungo tutta la catena di approvvigionamento, le aziende devono garantire che i loro fornitori e partner siano anch’essi conformi ai requisiti di sicurezza.

Investimento in risorse umane

Potrebbe essere necessario assumere o formare personale specializzato in sicurezza informatica per gestire i nuovi obblighi e garantire la conformità continua.

Processi di monitoraggio e reporting

Le aziende devono stabilire processi efficaci per il monitoraggio continuo delle minacce e per la segnalazione tempestiva degli incidenti alle autorità competenti.

Perché la direttiva NIS2 è importante

1. Aumento delle minacce cibernetiche

Gli attacchi cibernetici stanno diventando sempre più sofisticati e frequenti, con potenziali impatti devastanti sulle operazioni aziendali e sulla reputazione. La NIS2 aiuta le aziende a rafforzare le loro difese contro queste minacce.

2. Protezione delle infrastrutture critiche

Garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche è essenziale per il funzionamento della società e dell’economia. Un incidente in un settore chiave può avere effetti a catena significativi.

3. Armonizzazione a livello europeo

La direttiva promuove un approccio armonizzato alla sicurezza informatica in tutta l’UE, facilitando la cooperazione transfrontaliera e la condivisione di informazioni sulle minacce.

4. Competitività sul mercato

Le aziende che dimostrano un forte impegno nella sicurezza informatica possono guadagnare un vantaggio competitivo, aumentando la fiducia dei clienti e dei partner commerciali.

Azioni consigliate per le aziende

Condurre un’analisi dettagliata per determinare come la NIS2 si applica alla propria organizzazione e quali cambiamenti sono necessari.

Sviluppare un piano strategico per raggiungere la conformità, includendo scadenze e risorse necessarie.

Educare il personale sull’importanza della sicurezza informatica e sui nuovi processi implementati.

Considerare l’opzione di collaborare con consulenti o fornitori di servizi specializzati in sicurezza informatica per supportare l’implementazione dei requisiti.

Conclusione

La direttiva NIS2 rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della sicurezza informatica in Europa. Per le aziende, ciò comporta nuove responsabilità, ma anche l’opportunità di migliorare le proprie difese contro le minacce cibernetiche e di aumentare la fiducia dei clienti e dei partner. Ignorare questi requisiti non è un’opzione praticabile, dato il potenziale impatto finanziario e reputazionale.

Agire proattivamente per conformarsi alla NIS2 non solo aiuterà a evitare sanzioni, ma contribuirà anche a creare un ambiente digitale più sicuro e resiliente. In un mondo sempre più interconnesso, la sicurezza informatica è fondamentale per la sostenibilità e il successo a lungo termine di qualsiasi azienda.

Le aziende dovrebbero quindi considerare la conformità alla NIS2 come un investimento strategico, che può portare benefici significativi oltre alla semplice conformità normativa. Prepararsi ora significa essere pronti per le sfide future e posizionarsi come leader in un mercato digitale sempre più competitivo.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata sul sito di Enisa, l'agenzia Europea per la Cybersecurity

Ogni dominio ha una scadenza, e questo lo sa chiunque si sia premurato di andare da un qualsiasi registrar online (sono i fornitori dei domini) a comprarlo.

Per mantenere attivo il sito collegato a quel dominio, è necessario rinnovare periodicamente questo dominio. 

Vediamo qui di seguito cosa succederebbe se si decidesse, per una ragione o per l’altra, di non rinnovare il dominio. 

Il ciclo di vita di un dominio

Un dominio web attraversa diverse fasi nel suo ciclo di vita, dalla registrazione iniziale fino all'eventuale eliminazione. 

Conoscere queste fasi è fondamentale per comprendere le implicazioni del mancato rinnovo e soprattutto riconoscere quando si sta correndo il pericolo di perdere il sito web.

Registrazione

La prima fase è quella della registrazione

Quando un'azienda o un individuo registra un dominio, lo fa per un periodo che può variare, di solito tra uno e dieci anni. 

Durante questo periodo, il titolare del dominio ha il pieno controllo sull'uso di quel nome e può associare il dominio a un sito web, a un indirizzo email o ad altri servizi.

Scadenza

Alla scadenza del periodo di registrazione, il dominio entra in uno stato chiamato expiration. A questo punto, se non viene rinnovato, il dominio non è più attivo, ma il titolare ha ancora la possibilità di recuperarlo per un breve periodo.

Tempo di tolleranza

Dopo la scadenza, la maggior parte dei registrar offre un periodo di tolleranza che varia solitamente tra i 15 e i 45 giorni. Spesso viene chiamato “grace period”.

Durante questo intervallo di tempo, il titolare del dominio può rinnovarlo senza incorrere in costi aggiuntivi o penalità. 

Il sito web associato potrebbe comunque risultare non accessibile, poiché i servizi legati al dominio (come il DNS) potrebbero essere temporaneamente sospesi. 

Tuttavia, il dominio non è ancora disponibile per altri acquirenti.

Periodo per riscattare il dominio

Se il dominio non viene rinnovato, entra nella fase successiva, che dura solitamente 30 giorni. 

In questa fase, il dominio è sospeso e non è possibile utilizzarlo. 

Tuttavia, il titolare originale può ancora riscattare il dominio, ma in questo caso dovrà pagare una tariffa aggiuntiva, che può essere più elevata rispetto al normale costo di rinnovo.

Pending delete

La fase successiva è lo stato chiamato pending delete, che dura circa 5 giorni. In questa fase, non è più possibile recuperare il dominio. 

Al termine di questo periodo, il dominio viene eliminato e reso nuovamente disponibile sul mercato.

Cosa succede alla scadenza del dominio?

Ma quindi, cosa succede se non rinnovo il dominio? Inutile dire che il mancato rinnovo di un dominio può avere conseguenze negative.

La prima e più immediata conseguenza del mancato rinnovo di un dominio è l'interruzione dei servizi associati. 

Un sito web non sarà più accessibile, gli indirizzi email collegati al dominio smetteranno di funzionare, e ogni altro servizio dipendente dal dominio verrà sospeso. 

Un e-commerce smetterà di essere attivo, danneggiando la clientela attuale.

In più, il mancato rinnovo di un dominio può influire negativamente sul posizionamento nei motori di ricerca

Gli algoritmi dei motori di ricerca tendono a penalizzare i siti che non sono affidabili o che hanno interruzioni frequenti, con un impatto negativo sull'ottimizzazione SEO.

Ma una delle conseguenze più gravi del mancato rinnovo è la perdita definitiva del dominio

Se il dominio entra in Pending Delete e viene rilasciato, chiunque può acquistarlo. 

In alcuni casi, i domini di valore vengono rapidamente acquistati da società specializzate nel "domain squatting", che cercano di rivendere il dominio a prezzi molto più alti rispetto al costo di registrazione. 

Per le aziende questo è uno scenario altamente sconsigliabile..

Impatto sull’immagine aziendale

Non dimentichiamo poi che un dominio scaduto può danneggiare gravemente l’immagine aziendale

I visitatori che cercano di accedere a un sito web non disponibile possono percepire l'azienda come poco affidabile o addirittura chiusa. 

In più, gli abbonati alla newsletter, a esempio, o chi si rivolgeva abitualmente a un indirizzo mail aziendale legato al dominio, non troveranno mai più risposta.

Come evitare problemi con il rinnovo del dominio

Per evitare le conseguenze negative del mancato rinnovo, esistono alcune buone pratiche da adottare:

  1. Impostare il rinnovo automatico: Molti registrar offrono la possibilità di attivare il rinnovo automatico del dominio. In questo modo, la scadenza verrà gestita automaticamente, utilizzando il metodo di pagamento fornito.
  2. Monitorare le scadenze: Anche se il rinnovo automatico è attivo, è buona pratica tenere traccia delle scadenze dei domini. Impostare promemoria può evitare sorprese, specialmente nel caso di modifiche ai dettagli di pagamento o cambiamenti nelle condizioni del registrar.
  3. Tenere aggiornate le informazioni di contatto: I registrar inviano notifiche di scadenza tramite email. Assicurarsi che l'indirizzo email associato al dominio sia sempre aggiornato, in modo da ricevere avvisi tempestivi.
  4. Rinnovare per più anni: Se si desidera evitare la gestione annuale del rinnovo, molti registrar permettono di registrare un dominio per un periodo prolungato, fino a 10 anni. Questa opzione offre tranquillità, riducendo la frequenza con cui bisogna occuparsi del rinnovo.

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Mantenere alta la soglia dell'attenzione dell'utente è fondamentale per il successo di qualsiasi piattaforma digitale. 

Guarda il titolo di questo articolo: l’avresti letto se fosse stato l’ennesimo “strategie per l’attention retainment”?

Probabilmente no.

In ogni caso, l'evoluzione del web ha trasformato radicalmente il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti online, settando una soglia dell’attenzione davvero molto bassa. Ma per chiunque abbia un sito di vendita di prodotti o servizi online, questo costituisce un problema non secondario. 

Se l'attenzione dell'utente cala, aumentano le probabilità che abbandoni il sito. 

Se abbandona il sito, c’è una diminuzione del tempo di permanenza, delle conversioni e, in ultima analisi, delle entrate

Per questo motivo, è essenziale creare contenuti e interfacce che siano non solo visivamente accattivanti, ma anche dinamici e interattivi, mantenendo così l'utente impegnato e interessato. 

JavaScript, insieme ai gattini, può essere una strategia, ma vediamo di entrare più nel dettaglio.

Tutto inizia dall’UX design

Nel contesto dello sviluppo front-end con JavaScript, esistono alcuni principi di UX design che ogni sviluppatore dovrebbe conoscere. 

Il principio più comune è quello del fornire un feedback immediato.

Questo passaggio è fondamentale per rassicurare l'utente che le sue azioni sono state riconosciute. In JavaScript, questo può essere implementato tramite animazioni, cambiamenti di colore o messaggi di conferma che vengono visualizzati subito dopo un'interazione, come il clic su un pulsante o l'invio di un modulo. 

Può andar bene anche un'animazione di pressione o un cambiamento temporaneo di colore, può rassicurare l'utente che l'azione è stata registrata.

In generale, le micro-interazioni, ovvero le piccole animazioni o cambiamenti visivi che rispondono a specifiche azioni dell'utente, sono un investimento che vale la pena affrontare. 

Ad esempio, prendiamo il cambio di stato di un pulsante al passaggio del mouse (effetti d hover), l'animazione di un campo di input quando riceve il focus, o un'animazione di caricamento che rassicura l'utente mentre attende una risposta.

Priorità sui contenuti

Il design UX dovrebbe sempre dare priorità ai contenuti, e le interfacce non dovrebbero sovraccaricare l'utente con elementi superflui. 

In JavaScript, è possibile implementare tecniche come il progressive disclosure, che rivela ulteriori dettagli o opzioni solo quando necessario, mantenendo l'interfaccia pulita e concentrata sull'essenziale (senza bisogno di gattini…).

Quindi, meglio suddividere la navigazione in processi complessi in passaggi più piccoli e gestibili (wizard), o l'uso di tooltips e suggerimenti che guidano l'utente senza sommergerlo.

Quali strumenti utilizzare per intrattenere l’utente? 

Sviluppare un'UX (User Experience) efficace richiede l'utilizzo di diversi strumenti che facilitano ogni fase del processo di design, tramite il Wireframing e la Prototipazione:

Abbiamo dato qualche consiglio generico, sperando intanto di stimolare la curiosità e l’inventiva del developer.

In generale, va bene anche puntare sul contenuto dell’interfaccia, ma non vanno trascurati alcuni imprescindibili principi di UX/UI design.

 

Esiste dal 2013, ma è già molto popolare e utilizzata dagli sviluppatori software: Docker è una piattaforma che consente di creare e distribuire le applicazioni, che è anche in grado di isolare le applicazioni in ambienti chiamati container. 

Questi container sono leggeri, portatili e autosufficienti, permettendo agli sviluppatori di gestire le loro applicazioni in modo più efficiente e affidabile.

Entriamo più nel dettaglio su Docker

In sostanza, Docker è un tool di containerizzazione. Il suo grande pregio è quello di impacchettare un'applicazione e tutti i materiali ad essa correlati in un unico container.

Questo container può essere eseguito su qualsiasi sistema operativo che supporti Docker. 

Ciò garantisce che l'applicazione si comporti allo stesso modo indipendentemente dall'ambiente in cui viene eseguita. Questo elimina il problema classico del "funziona solo sulla mia macchina", ad esempio.

Come si presenta un container in Docker

Un container Docker è un'unità leggera, portatile e autosufficiente che contiene tutto il necessario per eseguire un'applicazione: il codice sorgente, le librerie, le dipendenze e le configurazioni. 

A differenza delle macchine virtuali, che virtualizzano un intero sistema operativo, i container condividono il kernel del sistema operativo ospitante, ma isolano le risorse a livello di processo. 

I container operano attraverso una combinazione di tecnologie di sistema operativo, tra cui i namespace e i cgroups di Linux. Questi meccanismi permettono di isolare i processi e gestire le risorse.

Ad esempio, il Namespace isola vari aspetti del sistema operativo, come i processi, la rete e i file system. 

Ogni container ha il suo namespace, che lo isola dagli altri container e dal sistema ospitante. 

Invece i Control Groups gestiscono l'allocazione delle risorse, come CPU, memoria e I/O, garantendo che un container non consumi tutte le risorse del sistema.

Perché usare Docker

L'adozione dei container Docker porta numerosi vantaggi nel ciclo di vita dello sviluppo software:

Come già detto, Docker isola l'applicazione e le sue dipendenze dal sistema operativo sottostante, riducendo i conflitti tra le versioni delle librerie e altri componenti. 

In più, un container Docker può essere eseguito su qualsiasi sistema che supporti Docker.

Altro grande vantaggio dei container: sono leggeri e condividono il kernel del sistema operativo, riducendo il consumo di risorse rispetto alle macchine virtuali tradizionali.

In più, semplifica la scalabilità orizzontale delle applicazioni, facilitando la gestione di più istanze dell'applicazione in ambienti distribuiti, e soprattutto, come vedremo meglio nel prossimo paragrafo, riduce i tempi di startup rispetto alle macchine virtuali.

Usare Docker o macchine virtuali?

A questo punto è necessario fare un confronto pratico tra Docker e le macchine virtuali.

Entrambi forniscono isolamento.

Però le VM eseguono un intero sistema operativo virtualizzato su un hypervisor, il che comporta un maggiore utilizzo di risorse. 

Docker, invece, utilizza il kernel del sistema operativo ospitante e separa solo le applicazioni e le loro dipendenze, rendendo i container molto più leggeri e rapidi da avviare.

Integrare Docker nel proprio processo di sviluppo

Docker non è solo uno strumento di deployment, ma può essere integrato efficacemente in ogni fase del processo di sviluppo software.

Utilizzare Docker durante lo sviluppo locale permette agli sviluppatori di lavorare in ambienti che rispecchiano perfettamente quelli di produzione. 

Questo riduce le discrepanze tra ambienti diversi e accelera il processo di debugging.

Ma Docker può essere utilizzato per creare ambienti di test isolati. 

Ad esempio, è possibile eseguire test automatizzati all'interno di container Docker, garantendo che i test vengano eseguiti in un ambiente coerente e privo di interferenze.

Nei moderni pipeline di Continuous Integration/Continuous Deployment (CI/CD), Docker gioca un ruolo centrale. 

Le immagini Docker possono essere costruite e testate automaticamente, quindi distribuite in produzione con la sicurezza che funzioneranno come previsto.

 

Ormai Neuralink è sulla bocca di tutti. E a ragion veduta: questa iniziativa lanciata da Elon Musk, soprattutto se la integriamo con gli straordinari progressi raggiunti dall’Intelligenza Artificiale, rasenta la fantascienza.  L’obiettivo di Neuralink è quello di creare una interfaccia cervello-computer (BCI, Brain-Computer Interface) in grado di migliorare la connessione tra il cervello umano e i dispositivi elettronici. 

Ma cosa implica realmente questa tecnologia? 

Quali sono le sue potenzialità e i rischi?

Che cos'è Neuralink

Neuralink è un'azienda di neurotecnologia fondata nel 2016 per sviluppare impianti cerebrali miniaturizzati.

Questi impianti dovrebbero non solo curare disfunzioni neurologiche, ma anche potenziare le capacità cognitive. 

Il cuore del progetto è costituito da elettrodi sottilissimi, paragonabili in diametro a un capello, che possono essere impiantati nel cervello per registrare e stimolare l'attività neurale.

Questi elettrodi sono collegati a un piccolo dispositivo che si trova appena sotto la pelle e può comunicare con dispositivi esterni via wireless. 

Inizialmente, la tecnologia è pensata per aiutare pazienti con malattie neurodegenerative o danni spinali.

Ma va da sé che le prospettive sono molto più alte: chiunque, se il progetto andasse in porto, potrebbe migliorare l'interazione tra cervello e macchine.

Scopriamo le interfacce cervello-computer

Le applicazioni cliniche delle interfacce cervello-computer sono le più degne di nota, perché promettono progressi mai visti prima ad esempio per le persone con lesioni spinali o cerebrali, o con malattie neurodegenerative. 

Addirittura si parla di soluzioni per il recupero della memoria attraverso il monitoraggio e la modulazione dell’attività cerebrale.

Ma al di là dell'ambito medico: anche nel settore dell’intrattenimento le prospettive sono di un certo rilievo.

Problemi tecnologici e bioetici da risolvere

Il potenziale di Neuralink è senz’altro rivoluzionario, ma non è esente da problemi tecnologici e bioetici.

Prima di tutto, la miniaturizzazione porta a una superiore necessità di sicurezza: impiantare elettrodi nel cervello non è cosa da poco. Quali saranno i materiali definitivi? Come ci si comporta con l’obsolescenza? 

Dal punto di vista bioetico, invece, la prospettiva di poter manipolare o leggere l'attività cerebrale solleva questioni delicate. 

Soprattutto, se pensiamo a chi avrà accesso ai dati raccolti, e come si può garantire che tali dati non vengano sfruttati per scopi illeciti.

Neuralink e il transumanesimo

Secondo i transumanisti, la fusione tra uomo e macchina è una naturale evoluzione del progresso tecnologico.

La visione di Elon Musk per Neuralink si inserisce perfettamente in questo movimento, che promuove l'uso della tecnologia per superare i limiti biologici umani e migliorare la nostra condizione. 

Neuralink potrebbe rappresentare il primo passo concreto verso un futuro in cui l’intelligenza umana non sarà più vincolata dai limiti fisici del corpo, ma potrà essere potenziata e integrata con l'intelligenza artificiale. 

Se questa visione diventasse realtà, Neuralink non influenzerebbe solo la scienza e la medicina, ma potrebbe alterare la struttura della nostra società. 

Pensiamo alle barriere linguistiche, che potrebbero essere abbattute se i pensieri potessero essere tradotti direttamente in suoni o immagini.

Il futuro dell'interfaccia cervello-computer

Il futuro delle interfacce cervello-computer è ancora incerto, ma potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui viviamo e interagiamo con il mondo circostante.

Tuttavia, per quanto promettente, è fondamentale mantenere un approccio equilibrato e responsabile nello sviluppo di queste tecnologie, soprattutto quando si parla di potenziamento cognitivo e bioetica.

La sperimentazione umana, la regolamentazione e la riflessione etica saranno essenziali per garantire che Neuralink e tecnologie simili non solo migliorino la nostra vita, ma lo facciano in modo sicuro e giusto.

 

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